giovedì 15 settembre 2011

Il governo Sordo


Manovra/ Rehn: Più misure per crescita e liberalizzazioni

Aprire al mercato "servizi pubblici locali e professioni"



Per l'Italia è "essenziale continuare e intensificare il consolidamento di bilancio, come è stato fatto ora" con la manovra finanziaria, ma è anche "importante" che il Paese "continui e intensifichi le misure di stimolo alla crescita economica e restaurino la fiducia nell'economia". lo ha detto oggi a Bruxelles il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche intermedie dell'Esecutivo comunitario, che vedono, tra l'altro, un sostanziale rallentamento (al 0,7%) della crescita del Pil italiano nel 2011. "E' importante - ha sottolineato il commissario sempre a proposito dell'Italia - affrontare i problemi del mercato del lavoro e di quello dei prodotti, per aumentare la produttività". La manovra finanziaria è "un passo nella direzione giusta", ma "c'è bisogno di ulteriori liberalizzazioni, in particolare nei servizi pubblici locali e nelle professioni", ha concluso Rehn.




Fonte: TMNews

mercoledì 7 settembre 2011

Nessun emendamento passa e vince ancora il regio decreto del 1932, che paese moderno!!!


Manovra. Respinto emendamento su sanatoria parafarmacie. Sì al numero chiuso per le farmacie
 
E' finito ieri l'esame degli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio del Senato. Approvata la proposta di modifica che stabilisce che il numero di persone titolate ad esercitare una professione debba rimanere limitato per le professioni “connesse alla salute umana”. Respinta invece la proposta di permettere a una parafarmacia di trasformarsi in una farmacia non convenzionata.
 
05 SET - In attesa della presentazione in Aula del maxiemendamento del Governo, la commissione Bilancio ha concluso nella serata di ieri l’esame degli emendamenti alla manovra portando, in particolare, due importanti novità per le farmacie.
Con l’emendamento 3.32 testo 2  all'articolo 3 sulla liberalizzazione delle professioni, a firma del senatore Battaglia (Pdl), la commissione ha infatti stabilito l’importanza di salvaguardare il numero chiuso di farmacie specificando nella norma che per le professioni connesse alla salute umana” deve essere consentita “la limitazione del numero di persone che sono titolate ad esercitare” quella professione. “Se il settore dei servizi sanitari venisse abbandonato al libero mercato – si specifica infatti nella relazione tecnica -, le logiche che presiederebbero alla dislocazione dei detti servizi non sarebbero più quelle della facile accessibilità, della capillarità e dell'universalità del servizio ma solo quelle della convenienza economica".
Respinto invece l’emendamento 6.0.20 del senatore Piccone, che prevedeva, tra l’altro, la possibilità per una parafarmacia di trasformarsi in una farmacia non convenzionata dietro pagamento di una tassa di concessione una tantum di 300mila euro.
Il futuro della manovra resta comunque incerto, nell’attesa di verificare i provvedimenti che saranno contenuti nel maxiemendamento governativo nel quale potrebbero o meno confluire gli emendamenti approvati dalla commissione.

Fonte: www.quotidianosanita.it

venerdì 2 settembre 2011

...Potrebbero!


Parafarmacie, blitz da un miliardo

In Italia ci sono tremila parafarmacie

Potrebbero diventare farmacie pagando 300 mila euro.
Ma entrambe le categorie
sono contrarie

ROSARIA TALARICO
ROMA
Nella fretta di riuscire a trovare una copertura all’imponente manovra da 45 miliardi ogni giorno spuntano proposte nuove e più o meno fantasiose da parte dei vari parlamentari. Ieri è stata la volta delle parafarmacie, identificate come il mezzo attraverso cui raggranellare un miliardo di euro. Come? Facendo pagare una sorta di licenza (costo 300 mila euro) per potersi trasformare in farmacie tradizionali. La proposta è di un gruppo di parlamentari del Pdl capeggiati dal senatore Filippo Piccone, non nuovo all’argomento. Lo stesso emendamento lo aveva infatti presentato per inserirlo nel decreto Milleproroghe e anche per racimolare denaro per la ricostruzione post terremoto a L’Aquila. L’idea è di trasformare le oltre tremila parafarmacie in vere e proprie farmacie in modo da recuperare risorse per la manovra finanziaria. Per ottenere una licenza di vendita dei farmaci, sarebbe previsto un esborso volontario di circa 300 mila euro.

Gli emendamenti alla manovra che riguardano i farmacisti non titolari di farmacia sarebbero quattro. Sia quelli di opposizione che di maggioranza vanno nella direzione di una liberalizzazione della professione, prevedendo l’istituzione della farmacia non convenzionata. In queste farmacie il prezzo della vendita dei medicinali, esclusi quelli di fascia C, è libera. Mentre i farmaci prescritti dai medici sui ricettari del Servizio sanitario nazionale restano invece di pertinenza delle sole farmacie convenzionate. Le reazioni alla proposta sono unanimemente contrarie, sia da parte dei farmacisti che dei parafarmacisti. Entrambi i rappresentanti delle due categorie parlano di “sanatoria”.

Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti è più che diretto: «Se passasse questa proposta, verrebbero lesi i diritti dei collaboratori dei farmacisti che con il loro lavoro acquisiscono punteggi per partecipare ai concorsi. Si andrebbe a scapito di questa grande maggioranza di lavoratori». Per Mandelli bisogna chiamare le cose con il proprio nome: «È una sanatoria, inutile girarci intorno. Per noi è inaccettabile. Tutte le ricerche mostrano che il servizio fornito dalle farmacie è il migliore, più di quelli forniti da supermercati o studi medici. I cittadini verrebbero privati di questa possibilità».

Incredibilmente il discorso non cambia di molto sul fronte dell’Associazione nazionale delle parafarmacie. «Non è questa la strada per andare in paradiso. Sono tentativi per fare pubblicità al di fuori di ogni possibilità di realizzazione - spiega il presidente Lino Busà - è un discorso che non condividiamo perché è illusorio ottenere delle sanatorie. La parafarmacia deve restare un'attività di vicinato e deve piuttosto essere data la possibilità di vendere medicinali della fascia C, quelli che sono dispensati senza onere per il servizio sanitario aumentando così la gamma dei prodotti».

Per la trasformazione in farmacia non convenzionata dovrebbe essere pagata una tassa di concessione una tantum. In ogni caso sono esclusi da questa possibilità i titolari di farmacie convenzionate o le società di capitali. Anche il commento di Annarosa Racca, presidente di Federfarma, l’associazione che riunisce i titolari di farmacia è assolutamente negativo: «Sono sicura che il governo, che tiene alla salute dei cittadini, non prenderà in considerazione gli emendamenti, perché scardinano il sistema farmaceutico italiano, che è il migliore al mondo». Unica voce parzialmente fuori dal coro è Giuseppe Scioscia, presidente del Forum nazionale parafarmacie che raggruppa le oltre tremila parafarmacie italiane: «Dei quattro emendamenti ne passi almeno uno. Come farmacisti da anni lottiamo per esercitare liberamente la nostra professione e il nostro obiettivo principale è sempre stato la nascita della farmacia non convenzionata». Ma l’emendamento su cui si sofferma la sua attenzione è quello del Pd-Idv per la vendita della fascia C, «che auspichiamo da mesi. Speriamo ora non intervengano i soliti amici delle lobby».

FONTE: LA STAMPA

giovedì 1 settembre 2011

CEDESI FARMACIA A "PARAFARMACISTI" PER 300.000 euro!!


LE INDISCREZIONI

Finanziaria, torna l'ipotesi quarto condono

Da accompagnare al pacchetto anti evasione da 2 miliardi.
Non se ne è discusso in Consiglio dei ministri:  al vertice, durato solo 15 minuti, assente il ministro Giulio Tremonti, non è stata affrontata la spinosa questione della manovra bis, ma lo snellimento del processo civile. Così, dopo i colpi di scena degli ultimi giorni, continuano a moltiplicarsi scommesse, previsioni e indiscrezioni, su quali norme potrebbero essere inserite all'ultimo nel maxi emendamento atteso il 1 settembre in Senato.
PACCHETTO ANTI-EVASIONE, CON CONDONO. I tecnici del ministero dell'Economia, nella tarda serata del 31 agosto, hanno presentato a Palazzo Chigi  il pacchetto anti-evasione che, hanno calcolato, dovrebbe valere oltre 2 miliardi. La misura comprende il rafforzamento del redditometro, cioè degli strumenti per accertare il tenore di vita reale dei soggetti a rischio evasione, in primo luogo con il potenziamento delle indagini sull'anagrafe dei conti bancari e con accertamenti automatici nei casi sospetti. Con i Comuni chiamati a pubblicare i redditi dei cittadini. Sarebbe previsto, nonostante i dubbi espressi dal premier Silvio Berlusconi, anche l'inasprimento delle pene per gli evasori, fino al carcere. Ma, tra le fila della maggioranza, è spuntata l'idea di accompagnare il pacchetto con un nuovo condono, il quarto, questa volta chiamato 'concordato', che potrebbe portare nelle casse statali ben 4 miliardi.
SOTTO IL CONTROLLO UE. Secondo quest'ipotesi, una volta accertato un maggiore imponibile Irpef, l'evasore di turno potrebbe sanare il 'nero' pagando un'imposta forfettaria una tantum. Anche se la commissione Europea, che ha chiesto più volte riforme strutturali, potrebbe esprimere obiezioni o addirittura il veto sulla norma.
Tra i punti di valore ci sarebbe un giro di vite sulle società di comodo, con l'aumento del livello minimo oltre il quale scatta l'imposizione fiscale. Per le società in perdita da tre anni è prevista l'assimilazione alle società di comodo, mentre per gli esercizi commerciali con un giro d'affari nettamente superiore a quello indicato dagli scontrini fiscali emessi potrebbe scattare la sospensione della licenza e la pubblicazione del nome sui giornali. Per le cooperative, invece, è stato programmato un rialzo del 10% della tassazione sugli utili accantonati a riserva, ora bloccata al 30%.
VENDITA DI LICENZE ALLE PARAFARMACIE. Archiviata la norma sulle pensioni - «Era un'idea di Sacconi», avrebbe detto il premier, «L'abbiamo stralciata ascoltando i sindacati» -, sia i parlamentari Pdl che l'opposizione hanno presentato emendamenti sulla liberalizzazione delle farmacie, in particolare con norme a favore dei titolari di parafarmacie, che diventerebbero farmacie non convenzionate, in cui è libero il prezzo della vendita dei medicinali,  a eccezione della fascia C, cioè dei  farmaci distribuiti sotto prescrizione.
L'emendamento presentato per il Pdl,  dal senatore Filippo Picone, prevede che per la trasformazione di una para-farmacia in una farmacia non convenzionata debba essere pagata una tassa di concessione una tantum di 300mila euro. Considerato che le parafarmacie italiane sono almrno 3 mila, la vendita delle licenze permetterebbe di recuperare fino a un miliardo di euro.
DISMISSIONE DEGLI IMMOBILI E GIALLO SULL'IVA.  Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante una conferenza stampa nella sede della presidenza del consiglio, ha annunciato il ricorso alla dismissione di alcuni immobili del suo dicastero inutilizzati, per reperire risorse che vadano «all'abbattimento debito pubblico». «Personalmente», ha aggiunto La Russa, «io avrei fatto un pensiero all'Iva, alzando l'imposta di un punto o di mezzo punto, ma ci sono menti più esperti della mia che stanno al lavoro».
L'incremento dell'imposta sui consumi di un punto percentuali varrebbe 3,7 miliardi, ma il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, vorrebbe rimandare l'intervento al varo della legge delega sulla riforma fiscale, o a fine anno, se fossero necessarie entrate aggiuntive.
 
Giovedì, 01 Settembre 2011
FONTE: http://www.lettera43.it/economia/macro/24775/manovra-pacchetto-anti-evasione-da-2-mld.htm