martedì 28 giugno 2011
Manovra, rispunta lo spettro della liberalizzazione
lunedì 27 giugno 2011
"alla perdita dell'esclusiva delle farmacie sulla vendita dei medicinali di classe «C» "- E' quello che vogliamo
La scommessa futuribile dei costi standard per Asl e ospedali, ma non solo. A caccia di risparmi sicuri e di impatto immediato senza puntare tutto su quel che sarà del federalismo fiscale, i tecnici del Governo hanno sul tavolo per la sanità una manovra "bifronte". E allora ecco che si fa largo anche una manovra «tradizionale», dove i costi standard sono un quasi un ponte gettato sul domani, ma tutto da costruire. Per far cassa intanto con tagli a farmaci, beni e servizi, personale, specialistica. E magari con la lotta all'evasione dai ticket stimata quasi 1 miliardo l'anno.
Opzioni non esattamente alternative, quelle allo studio, ma in qualche modo parallele. Che però riflettono umori e punti di vista opposti nel Governo sul significato dei costi standard: come strada di risparmio immediato (dal 2013) o come via per razionalizzare e standardizzare nel tempo qualità e costi dei servizi tra le Regioni. Sia quel che sia, i sacrifici che saranno richiesti all'assistenza sanitaria sono complessivamente di 5-6 miliardi, fino a un'ipotesi massima di 6-8 miliardi. Non meno, in ogni caso, del 15% dell'intera manovra. Risparmi che nelle intenzioni dovranno garantire un abbassamento del tendenziale e avere un effetto correttivo di lunga durata. Riducendo il fabbisogno da riconoscere alle Regioni. Ma insieme, è la prospettiva, abbassando il grado di copertura dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Insomma, meno garanzie su servizi e prestazioni e aumento della sanità pagata di tasca propria (anche con fondi integrativi e assicurazioni, per chi li ha) dagli italiani.
La prospettiva dell'abbassamento del fabbisogno con l'applicazione dei costi standard, avrebbe effetto graduale a partire dal 2013. Ma di certo non sarà una passeggiata, considerato quanto meno che già tutte le Regioni hanno i fucili spianati, anche quelle oggi con i conti (quasi) a posto. I costi standard vanno interamente costruiti e contrattati. Tutto in 18 mesi, di qui al 2013. Anche se i tagli e le razionalizzazioni, soprattutto al Sud, procederebbero comunque.
Intanto non mancheranno le misure «tradizionali» di potatura della spesa. Magari unite, sul versante delle liberalizzazioni, alla perdita dell'esclusiva delle farmacie sulla vendita dei medicinali di classe «C» (a pagamento) con obbligo di ricetta. Per i farmaci si punta così per la spesa territoriale (in farmacia) alle aste delle Asl, a una spinta ancora maggiore all'acquisto di generici, alla nuova frontiera dei bioequivalenti. Ma sotto osservazione è anche la farmaceutica ospedaliera (2,2-2,4 di rosso stimato per il 2011), dove si pensa a nuovi tetti e a forme d'acquisto più vantaggiose per le Regioni. Altro capitolo è la specialistica (cresciuta del 6,1% nel 2010), dove si potrebbe fare ordine anche nella franchigia e assestare un colpo all'evasione dal ticket. Poi l'acquisto di beni e servizi, con prezzi di riferimento e centrali d'acquisto. E il personale: il blocco di un nuovo contratto in sanità varrebbe 2 miliardi, oltre ai tagli degli stipendi e al blocco del turn over. I medici già sono in pre-agitazione, dopo i tagli di un anno fa e gli effetti pesanti sui servizi agli assistiti. Ma da venerdì, dopo la manovra, l'intero Ssn potrebbe diventare una polveriera.
venerdì 24 giugno 2011
Federfarma e le continue offese ai colleghi
Riporto una parte dell'intervista della Racchia su Farmacia news:
X: Cosa propone Federfarma per il problema delle Parafarmacie?
Racchia: Innanzitutto, trovo che le parafarmacie, a differenza di quanto si creda, non siano state per niente un'innovazione. Quelle che un tempo erano erboristerie o sanitarie, dopo il decreto Bersani, che ha dato la possibilità di vendere gli OTC al di fuori del canale Farmacia, hanno semplicemente cambiato l'insegna, diventando appunto parafarmacie. Ma di questo non c'era alcun bisogno.
vi risparmio il resto e poi finisce dicendo che i farmacisti che hanno investito i loro risparmi per avviare questa attività, avrebbero fatto meglio a partecipare ai concorsi...
sabato 18 giugno 2011
Emendamenti ddl 863: segnali di un nuovo clima politico
ANPI, 17 giugno – Gli emendamenti al ddl 863, i cui termini di presentazione in Commissione igiene e sanità del Senato sono scaduti lo scorso 14 giugno, sono in totale 119, la maggior parte di questi orientati a riformare i meccanismi regolatori della distribuzione del farmaco, nell’ottica di creare le condizioni per un allargamento dell’imprenditoria nel settore. Dall’esame dei testi degli emendamenti risulta che i temi più gettonati sono quattro: le parafarmacie, la distribuzione delle farmacie sul territorio, il regime concessorio delle farmacie e le modalità concorsuali per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche. Tuttavia le novità più importanti, con riflessi anche di natura politica, riguardano non solo la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, sulla quale si determina una convergenza, annunciata, di posizioni tra opposizione e alcuni settori della maggioranza, ma anche, inaspettatamente, il “cuore” della farmacia, il vero interesse dei titolari di farmacia: la fine della concessione. Quello che nessuno fino ad oggi ha mai immaginato di mettere in discussione, oggi entra con prepotenza nel dibattito politico e parlamentare, altro che liberalizzazione dei farmaci di fascia C, questa si che sarebbe una rivoluzione nella distribuzione del farmaco in Italia. Nel testo degli emendamenti in particolare si prevede che “La concessione non è trasferibile ad altro soggetto, sia esso persona fisica che società; la concessione decade al compimento del settantesimo anno di età della persona fisica assegnataria della concessione; al compimento del settantesimo anno di età di un socio, di società di persone, la sua quota di partecipazione è acquisita dagli altri soci.”
Altro tema molto considerato è quello del quorum abitanti/farmacia che assume nelle proposte emendative i valori 1.000, 2.500, 3.000 e 3.500. Tra gli emendamenti presentati si torna a riparlare di proposte di riforma, già bocciate in passato, come quella della sanatoria piuttosto che di sospendere l’aperture delle parafarmacie, tanto care ai senatori Piccone e Fleres nell’ordine. Infine c’è chi come il senatore Astore si preoccupa di regolamentare la denominazione e l’insegna delle parafarmacie prevedendo che adottino come denominazione “negozi di vicinato” mentre per l’insegna prevede che si utilizzino “caratteri della stessa grandezza, colore, font e senza l’utilizzo di artifici atti a separare la parola continua parafarmacia”. Che dire, mentre la nave affonda il senatore Astore si preoccupa giustamente di lucidare gli ottoni; ma in questo caso le responsabilità probabilmente non sono totalmente sue, quanto di qualche dirigente di Federfarma del Molise.
martedì 14 giugno 2011
venerdì 10 giugno 2011
giovedì 9 giugno 2011
"FACILITA' DI ACCESSO AL DIALOGO" = CORRUZIONE
Emendamento Respinto!
ANPI, 9 giugno – La Commissione Bilancio della Camera nella seduta di ieri ha respinto l’emendamento del PD, al disegno di legge n. 4375 (Semestre Europeo- Prime disposizioni urgenti per l'economia) sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C (il testo dell’emendamento è riportato in allegato). Un indirizzo politico della maggioranza determinato e inequivocabile, che rinvia di fatto ogni decisione alla Commissione igiene e sanità del Senato dove è incardinata la discussione sul riordino del sistema farmaceutico (DDL 863). Ricordiamo che il prossimo 14 giugno scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti, cui seguirà la discussione generale sul provvedimento. Inutile dire quanto importante e urgente sia l’opera di sensibilizzazione che ciascuno di noi è chiamato a esercitare, in particolare, nei confronti dei Senatori che fanno parte della Commissione. Certamente non siamo in grado di promettere quello che l’allora presidente di federfarma Giorgio Siri ebbe a dire nella trasmissione Report del 1 ottobre 2006: “Mah ecco, l'importante è capire cosa vuol dire lobby. Noi diciamo interveniamo nei confronti di forze politiche, di parlamentari singoli, in modo particolare Commissione Sanità, Camera e Senato. Finanziamo con cifre che singolarmente vanno da un minimo di alcune migliaia di euro a un massimo di diecimila euro per singolo parlamentare. Noi con questi finanziamenti speriamo di rendere edotti i parlamentari, di spiegare le perplessità che alcuni provvedimenti possono crearci, essendo farmacisti facciamo proprio le cose con il bilancino. Siamo andati sull'ordine di 250 mila euro complessivi, quindi 125 mila uno, 125 mila l'altro, che sono la somma di tanti 5 mila, 10 mila, 7 mila tre mila, 8 mila dei vari parlamentari”. Di fronte a queste “argomentazioni” non possiamo che riconoscere la nostra impotenza, tuttavia crediamo che l’opinione pubblica saprà ben giudicare come e perché quando bisogna adottare soluzioni legislative nell’interesse di tutti i cittadini, una congrega di parlamentari trova più “salutare” mantenere inalterati privilegi di pochi.
Di seguito riportiamo i componenti la Commissione igiene e sanità del Senato:
- Tomassini Antonio (Presidente) - PDL - residenza Varese; elezione Lombardia; medico
- Gramazio Domenico (V. Presidente) - PDL - residenza Roma; elezione Lazio; pubblicista
- Bosone Daniele (V. Presidente) - PD - residenza Torre d’Isola (PV); elezione Lombardia; medico
- D’Ambrosio Lettieri Luigi (Segretario) - PDL - residenza Bari; elezione Puglia; farmacista
- Poretti Donatella (Segretario) - PD - residenza Firenze; elezione Puglia; giornalista
- Aderenti Irene - LNP - residenza Castiglione Stiviere (MN); elezione Lombardia; docente
- Astore Giuseppe - Misto - residenza San Giuliano Puglia (CB); elezione Molise; insegnate
- Baio Emanuela - API - residenza Bernareggio (MB); elezione Lombardia; giornalista
- Bassoli Fiorenza - PD - residenza Sesto S. Giovanni (MI); elezione Lombardia; dirigente
- Belisario Felice - IDV - residenza Potenza; elezione Basilicata; avvocato
- Bianchi Dorina - UDC - residente Roma; elezione Calabria; medico (familiari farmacisti)
- Bianconi Laura - PDL - residenza Cesena (FC); elezione Emilia Romagna; impiegata
- Biondelli Franca - PD – residenza Borgomanero (NO); elezione Piemonte; impiegata
- Calabrò Raffaele - PDL - residenza Napoli; elezione Campania; medico
- Camber Giulio - PDL - residenza Trieste; elezione Friuli Venezia Giulia; Avvocato
- Castiglione Maria Giuseppa -CN/IoSud- residenza S. Vito Lo Capo (TP); elezione Sicilia; medico
- Chiaromonte Franca - PD – residenza Roma; elezione Campania; giornalista
- Chiti Vannino - PD – residenza Pistoia; elezione Toscana;
- Cosentino Lionello - PD – residenza Roma; elezione Lazio; insegnate
- De Lillo Stefano - PDL - residenza Roma; elezione Lazio; medico
- Di Giacomo Ulisse - PDL - residenza Isernia; elezione Molise; medico
- Fosson Antonio – UDC/U.V. - residente Aosta; elezione Valle D’Aosta; medico
- Marino Ignazio - PD – residenza Roma; elezione Lazio; medico
- Rizzi Fabio - LNP - residenza Besozzo (VA); elezione Lombardia; medico
- Rizzotti Maria - PDL - residenza Torino; elezione Piemonte; medico
- Saccomanno Michele - PDL - residenza Torre Santa Susanna (BR); elezione Puglia; medico
martedì 7 giugno 2011
Più salute, più lavoro e più risparmio!
Farmaci di fascia C, avanti con la liberalizzazione
APPROFONDIMENTI
Secondo i Consumatori,infatti, sono stati 1,6 i miliardi di euro risparmiati dai cittadini che hanno scelto di acquistare i farmaci da banco nelle parafarmacie o nei 102 'corner salute' allestiti da Coop all'interno di altrettanti punti vendita sparsi sul territorio nazionale. La liberalizzazione ideata da Bersani ha permesso, inoltre, la creazione di 3545 nuove aziende, con un aumento dell'occupazione pari a 7470 nuovi posti.
Mediamente, le diminuzioni di prezzo dei farmaci senza obbligo di ricetta si attestano su un - 27% rispetto agli stessi medicinali venduti nel circuito delle farmacie. Queste diminuzioni arrivano anche a toccare quote del - 67% quando si ha a che fare, ad esempio, con i due farmaci a marchio Coop (acido acetilsalicico e acido ascorbico, paracetamolo).
“Registriamo soltanto benefici dalla liberalizzazione – spiega Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia – e non possiamo che concordare pienamente con la posizione espressa dai movimenti dei consumatori. Non c’è motivo per arretrare su un’esperienza assolutamente positiva che ha anche rivelato la maturità di comportamento dei cittadini consumatori che hanno sempre effettuato acquisti corretti e consapevoli”.
“I risultati ottenuti con la nascita delle parafarmacie – sostiene Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori – potrebbero essere notevolmente incrementati se fossero liberalizzati anche i farmaci con obbligo di ricetta medica (fascia C) non dispensati in regime di Servizio Sanitario Nazionale, quelli quindi a completo carico del consumatore, sempre garantendo la presenza di un farmacista a garanzia di una giusta informazione”.
Le previsioni, in caso di liberalizzazione dei farmaci di fascia C, indicano risparmi per oltre 250 milioni di euro, un aumento del'occupazione che va dagli 8000 ai 9000 nuovi posti di lavoro, la nascita stimata di 3500 - 4500 nuove aziende e circa 700 milioni di euro investiti con ricadute importanti anche in altri settori.
Più salute e più lavoro quindi dalle liberalizzazioni, oltre al fattore determinante della riconosciuta fiducia nella scelta consapevole ed informata del cittadino, così le associazioni dei consumatori e la grande distribuzione, intendono dar seguito ad un meccanismo che, in soli 5 anni, ha prodotto importanti risultati, ampliando l'offerta dei prodotti in libera vendita e seguendo la positività di un trend basato su scelte scevre da interessi e speculazioni.